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Ultimo Urlo - Inviato da: efisio - Domenica, 03 Giugno 2018 00:10
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Benedetto XVI dice...., pensieri del Santo Padre |
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Jan 2 2011, 02:07 PM
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LA GUERRA È IL VOLTO ORRENDO DELLA STORIA
(S.Messa del giorno 1 gennaio 2011 - Solennità della Madre di Dio)
La pace che Dio ha donato con suo Figlio al mondo rischia ogni giorno di essere soffocata dalle guerre, che sono il volto orrendo della storia. Violenze che mettono a rischio interi popoli e, fra loro, la comunità cristiana troppo spesso discriminata. Per cui non bastano le parole, ma serve che le nazioni agiscano con un rinnovato spirito di pace.
E’ bene iniziare un nuovo tratto di cammino ponendosi con decisione sulla via della pace. Oggi, vogliamo raccogliere il grido di tanti uomini, donne, bambini e anziani vittime della guerra, che è il volto più orrendo e violento della storia.
La libertà religiosa è elemento imprescindibile di uno Stato di diritto; non la si può negare senza intaccare nel tempo tutti i diritti e le libertà fondamentali, essendone sintesi e vertice.
L’umanità non può mostrarsi rassegnata alla forza negativa dell’egoismo e della violenza; non deve fare l’abitudine a conflitti che provocano vittime e mettono a rischio il futuro dei popoli. Di fronte alle minacciose tensioni del momento, di fronte specialmente alle discriminazioni, ai soprusi e alle intolleranze religiose, che oggi colpiscono in modo particolare i cristiani, ancora una volta rivolgo il pressante invito a non cedere allo sconforto e alla rassegnazione.
Per questo difficile compito non bastano le parole, occorre l’impegno concreto e costante dei responsabili delle nazioni, ma è necessario soprattutto che ogni persona sia animata dall’autentico spirito di pace, da implorare sempre nuovamente nella preghiera e da vivere nelle relazioni quotidiane, in ogni ambiente.
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Jan 6 2011, 10:06 PM
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LA PAROLA DI DIO E' LA VERA STELLA
(S.Messa del giorno 6 gennaio 2011 - Solennità dell'Epifania)
La potenza di Dio si manifesta in modo del tutto differente: a Betlemme, dove incontriamo l’apparente impotenza del suo amore. Ed è là che noi dobbiamo andare, ed è là che ritroviamo la stella di Dio.
Così ci appare ben chiaro anche un ultimo elemento importante della vicenda dei Magi: il linguaggio del creato ci permette di percorrere un buon tratto di strada verso Dio, ma non ci dona la luce definitiva. Alla fine, per i Magi è stato indispensabile ascoltare la voce delle Sacre Scritture: solo esse potevano indicare loro la via.
E’ la Parola di Dio la vera stella, che, nell’incertezza dei discorsi umani, ci offre l’immenso splendore della verità divina. Cari fratelli e sorelle, lasciamoci guidare dalla stella, che è la Parola di Dio, seguiamola nella nostra vita, camminando con la Chiesa, dove la Parola ha piantato la sua tenda.
La nostra strada sarà sempre illuminata da una luce che nessun altro segno può darci. E potremo anche noi diventare stelle per gli altri, riflesso di quella luce che Cristo ha fatto risplendere su di noi.
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Jan 9 2011, 03:18 PM
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LA FEDE, IL DONO PIU’ PREZIOSO NELLA VITA
(Omelia della S. Messa per la festa del Battesimo del Signore, nella quale il Santo Padre ha battezzato 21 bambini)
Donandoci la fede, il Signore ci ha dato ciò che vi è di più prezioso nella vita, e cioè il motivo più vero e più bello per cui vivere.
La collaborazione tra comunità cristiana e famiglia è quanto mai necessaria nell’attuale contesto sociale in cui l’istituto familiare è minacciato da più parti e si trova a far fronte a non poche difficoltà nella sua missione di educare alla fede.
Il venir meno di stabili riferimenti culturali e la rapida trasformazione della società, rendono davvero arduo l’impegno educativo, perciò è necessario che le parrocchie si adoperino sempre più nel sostenere le famiglie, piccole chiese domestiche, nel loro compito di trasmissione della fede.
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Jan 16 2011, 10:00 PM
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SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI (18-25 gennaio)
(Angelus del 16 gennaio 2011)
La Chiesa è segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano, per questo è fondamentale che i cristiani, pur essendo sparsi in tutto il mondo e, perciò, diversi per culture e tradizioni, siano una cosa sola, come vuole il Signore.
E’ questo lo scopo della "Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani", che avrà luogo nei prossimi giorni, dal 18 al 25 gennaio. Quest’anno essa si ispira ad un passo degli Atti degli Apostoli: "Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera" (At 2,42).
L’Ottavario per l’unità dei cristiani è preceduto, domani, dalla Giornata del dialogo ebraico-cristiano: un accostamento molto significativo, che richiama l’importanza delle radici comuni che uniscono ebrei e cristiani.
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Jan 23 2011, 04:48 PM
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IL SERIO IMPEGNO DI CONVERSIONE A CRISTO E' LA VIA CHE CONDUCE LA CHIESA ALLA PIENA UNITA' VISIBILE
(Angelus del 23 gennaio 2011)
In questi giorni, dal 18 al 25 gennaio, si sta svolgendo la Settimana di Preghiera per l’Unità dei Cristiani. Quest’anno essa ha per tema un passo del libro degli Atti degli Apostoli, che riassume in poche parole la vita della prima comunità cristiana di Gerusalemme: “Uniti nell’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nello spezzare il pane e nella preghiera” (At 2,42).
Anche oggi, per essere nel mondo segno e strumento di intima unione con Dio e di unità tra gli uomini, noi cristiani dobbiamo fondare la nostra vita su questi quattro “cardini”: l’ascolto della Parola di Dio trasmessa nella viva Tradizione della Chiesa, la comunione fraterna, l’Eucaristia e la preghiera.
Solo in questo modo, rimanendo saldamente unita a Cristo, la Chiesa può compiere efficacemente la sua missione, malgrado i limiti e le mancanze dei suoi membri, malgrado le divisioni, che già l’apostolo Paolo dovette affrontare nella comunità di Corinto, come ricorda la seconda Lettura biblica di questa domenica: “Vi esorto, fratelli – scrive san Paolo – ad essere tutti unanimi nel parlare, perché non vi siano divisioni tra voi, ma siate in perfetta unione di pensiero e di sentire” (1,10). L’Apostolo, infatti, aveva saputo che nella comunità cristiana di Corinto erano nate discordie e divisioni; perciò, con grande fermezza, aggiunge: “E’ forse diviso il Cristo?” (1,13).
Così dicendo, egli afferma che ogni divisione nella Chiesa è un’offesa a Cristo; e, al tempo stesso, che è sempre in Lui, unico Capo e Signore, che possiamo ritrovarci uniti, per la forza inesauribile della sua grazia.
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Jan 30 2011, 02:25 PM
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LE BEATITUDINI, UN NUOVO PROGRAMMA DI VITA
(Angelus del 30 gennaio 2011)
La Chiesa non teme la povertà, il disprezzo, la persecuzione in una società spesso attratta dal benessere materiale e dal potere mondano, perché come scrive san Paolo, «quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono» (1 Cor 1,27-28).
Quando Gesù proclama beati i poveri in spirito, gli afflitti, i misericordiosi, quanti hanno fame della giustizia, i puri di cuore, i perseguitati, non presenta una nuova ideologia, ma un insegnamento che viene dall’alto e tocca la condizione umana ed è diretto a tutto il mondo, nel presente e nel futuro… e può essere compreso e vissuto solo nella sequela di Gesù, nel camminare con Lui.
Le Beatitudini, infatti, "sono un nuovo programma di vita, per liberarsi dai falsi valori del mondo e aprirsi ai veri beni, presenti e futuri".
Quando, infatti, Dio consola, sazia la fame di giustizia, asciuga le lacrime degli afflitti, significa che, oltre a ricompensare ciascuno in modo sensibile, apre il Regno dei Cieli. Le Beatitudini sono la trasposizione della croce e della risurrezione nell’esistenza dei discepoli. Esse rispecchiano la vita del Figlio di Dio che si lascia perseguitare, disprezzare fino alla condanna a morte, affinché agli uomini sia donata la salvezza.
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Feb 13 2011, 09:28 PM
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TUTTI I PRECETTI DI GESU' SI RIASSUMONNO NEL COMANDAMENTO DELLA CARITA'
(Angelus del 13 febbraio 2011)
Ogni precetto datoci da Gesù diventa vero come esigenza d’amore, e tutti si ricongiungono in un unico comandamento: ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo come te stesso.
La novità di Gesù consiste, essenzialmente, nel fatto che Lui stesso riempie i comandamenti con l’amore di Dio, con la forza dello Spirito Santo che abita in Lui. E noi, attraverso la fede in Cristo, possiamo aprirci all’azione dello Spirito Santo, che ci rende capaci di vivere l’amore divino.
Forse non è un caso che la prima grande predicazione di Gesù si chiami “Discorso della montagna”. Mosè salì sul monte Sinai per ricevere la Legge di Dio e portarla al Popolo eletto. Gesù è il Figlio stesso di Dio che è disceso dal Cielo per portarci al Cielo, all’altezza di Dio, sulla via dell’amore. Anzi, Lui stesso è questa via: non dobbiamo far altro che seguire Lui, per mettere in pratica la volontà di Dio ed entrare nel suo Regno, nella vita eterna.
Una sola creatura è già arrivata alla cima della montagna: la Vergine Maria. Grazie all’unione con Gesù, la sua giustizia è stata perfetta: per questo la invochiamo Speculum iustitiae. Affidiamoci a Lei, perché guidi anche i nostri passi nella fedeltà alla Legge di Cristo.
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Feb 20 2011, 09:34 PM
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LA PERFEZIONE E’ FARE LA VOLONTA’ DI DIO
(Angelus del 20 febbraio 2011)
Chi accoglie il Signore nella propria vita e lo ama con tutto il cuore è capace di un nuovo inizio. Riesce a compiere la volontà di Dio, a realizzare una nuova forma di esistenza animata dall’amore e destinata all’eternità.
Quando si soffre per il male, la persecuzione, l’ingiustizia, evitiamo la rivincita, la vendetta e l’odio, e preghiamo per i persecutori. Affidiamo a Dio tutte queste avversità per raggiungere la libertà e la pace spirituale.
Se ascoltiamo, poi, Gesù, nel quale Dio ha assunto un corpo mortale per farsi prossimo di ogni uomo e rivelare il suo amore infinito per noi, ritroviamo quella stessa chiamata, quello stesso audace obiettivo.
Grande cosa è l’amore –leggiamo nel libro dell’Imitazione di Cristo– un bene che rende leggera ogni cosa pesante e sopporta tranquillamente ogni cosa difficile. L’amore aspira a salire in alto, senza essere trattenuto da alcunché di terreno. Nasce da Dio e soltanto in Dio può trovare riposo.
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Feb 22 2011, 04:29 PM
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PRIVO DI FEDE L’UNIVERSO E’ UN SEPOLCRO SENZA FUTURO
(dal Messaggio per la Quaresima 2011)
Privo della luce della fede l'universo intero finisce rinchiuso dentro un sepolcro senza futuro, senza speranza.
La fede nella risurrezione dei morti e la speranza della vita eterna aprono il nostro sguardo al senso ultimo della nostra esistenza: Dio ha creato l'uomo per la risurrezione e per la vita e questa verità dona la dimensione autentica e definitiva alla storia degli uomini, alla loro esistenza personale e al loro vivere sociale, alla cultura, alla politica, all'economia.
Il nostro immergerci nella morte e risurrezione di Cristo attraverso il Sacramento del Battesimo, ci spinge ogni giorno a liberare il nostro cuore dal peso delle cose materiali, da un legame egoistico con la terra, che ci impoverisce e ci impedisce di essere disponibili e aperti a Dio e al prossimo.
Attraverso le pratiche tradizionali del digiuno, dell'elemosina e della preghiera, espressioni dell'impegno di conversione, la Quaresima educa a vivere in modo sempre più radicale l'amore di Cristo.
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Feb 27 2011, 07:56 PM
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NON SI POSSONO SERVIRE DUE PADRONI: DIO E LA RICCHEZZA
(Angelus del 27 febbraio 2011)
Di fronte alla situazione di tante persone, vicine e lontane, che vivono in miseria, questo discorso di Gesù potrebbe apparire poco realistico, se non evasivo. In realtà, il Signore vuole far capire con chiarezza che non si può servire a due padroni: Dio e la ricchezza. Chi crede in Dio, Padre pieno d’amore per i suoi figli, mette al primo posto la ricerca del suo Regno, della sua volontà. E ciò è proprio il contrario del fatalismo o di un ingenuo irenismo. La fede nella Provvidenza, infatti, non dispensa dalla faticosa lotta per una vita dignitosa, ma libera dall’affanno per le cose e dalla paura del domani.
E’ chiaro che questo insegnamento di Gesù, pur rimanendo sempre vero e valido per tutti, viene praticato in modi diversi a seconda delle diverse vocazioni: un frate francescano potrà seguirlo in maniera più radicale, mentre un padre di famiglia dovrà tener conto dei propri doveri verso la moglie e i figli. In ogni caso, però, il cristiano si distingue per l’assoluta fiducia nel Padre celeste, come è stato per Gesù.
E’ proprio la relazione con Dio Padre che dà senso a tutta la vita di Cristo, alle sue parole, ai suoi gesti di salvezza, fino alla sua passione, morte e risurrezione. Gesù ci ha dimostrato che cosa significa vivere con i piedi ben piantati per terra, attenti alle concrete situazioni del prossimo, e al tempo stesso tenendo sempre il cuore in Cielo, immerso nella misericordia di Dio.
Alla luce della Parola di Dio di questa domenica vi invito ad invocare la Vergine Maria con il titolo di Madre della divina Provvidenza. A lei affidiamo la nostra vita, il cammino della Chiesa, le vicende della storia. In particolare, invochiamo la sua intercessione perché tutti impariamo a vivere secondo uno stile più semplice e sobrio, nella quotidiana operosità e nel rispetto del creato, che Dio ha affidato alla nostra custodia.
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Mar 7 2011, 06:35 AM
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L’AMORE CRISTIANO È UN VINCOLO CHE LIBERA
(Visita al Pontificio Seminario Romano Maggiore in occasione della festa della Madonna della Fiducia – 4 marzo 2011)
L’amore cristiano è un vincolo, ma un vincolo che libera. Nel Battesimo dobbiamo conformarci a Cristo, trovare questo spirito dell’essere miti, senza violenza, di convincere con l’amore e con la bontà. Tuttavia occorre anche forza di volontà e impegno perseverante per rinnovare il dono del Battesimo, perché la grazia di questo sacramento non produce automaticamente una vita coerente.
Il Battesimo è quindi un impegno che costa e comporta un prezzo da pagare di persona, perché ciascuno è chiamato personalmente ad essere di Cristo e a vivere in Lui. Dio, infatti, instaura con ognuno una relazione, ognuno è chiamato con il nome suo, così che l’unità della Chiesa non è data da uno ‘stampo’ imposto dall’esterno, ma è il frutto di una concordia, di un comune impegno di comportarsi come Gesù, in forza del suo Spirito.
La chiamata di ogni cristiano è il mistero dell’incontro con Gesù, mediante il quale Dio Padre ci chiama alla comunione con Sé e per questo ci vuole donare il suo Spirito.
La vita cristiana comincia con una chiamata e rimane sempre una risposta fino alla fine. Essere sacerdoti implica umiltà, conformarsi a Cristo, imitare il Dio che scende fino a me, che è così grande che si fa mio amico, soffre per me, è morto per me. Questa è l’umiltà da imparare.
L’amore cristiano è così un vincolo con il quale ci leghiamo sia gli uni agli altri, sia con Dio. Non una catena che ferisce o dà crampi alle mani, ma le lascia libere. Bisogna avere mani e cuore legati da quel vincolo d’amore che Lui stesso ha accettato per noi facendosi nostro servo.
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Mar 14 2011, 06:52 PM
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PERCHE’ LA QUARESIMA? PERCHE’ LA CROCE?
(Angelus del 13 marzo 2011)
Se ci domandiamo: perché la Quaresima? perché la Croce?, la risposta, in termini radicali, è questa: perché esiste il male, anzi, il peccato, che secondo le Scritture è la causa profonda di ogni male.
Ma questa affermazione non è affatto scontata, e la stessa parola "peccato" da molti non è accettata, perché presuppone una visione religiosa del mondo e dell’uomo.
In effetti è vero: se si elimina Dio dall’orizzonte del mondo, non si può parlare di peccato. Come quando si nasconde il sole, spariscono le ombre; l’ombra appare solo se c’è il sole; così l’eclissi di Dio comporta necessariamente l’eclissi del peccato.
Perciò il senso del peccato – che è cosa diversa dal "senso di colpa" come lo intende la psicologia – si acquista riscoprendo il senso di Dio.
Lo esprime il Salmo Miserere, attribuito al re Davide in occasione del suo duplice peccato di adulterio e di omicidio: "Contro di te – dice Davide rivolgendosi a Dio – contro te solo ho peccato" (Sal 51,6).
Di fronte al male morale, l’atteggiamento di Dio è quello di opporsi al peccato e salvare il peccatore. Dio non tollera il male, perché è Amore, Giustizia, Fedeltà; e proprio per questo non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva.
Per salvare l’umanità, Dio interviene: lo vediamo in tutta la storia del popolo ebraico, a partire dalla liberazione dall’Egitto. Dio è determinato a liberare i suoi figli dalla schiavitù per condurli alla libertà. E la schiavitù più grave e più profonda è proprio quella del peccato.
Per questo Dio ha mandato il suo Figlio nel mondo: per liberare gli uomini dal dominio di Satana, "origine e causa di ogni peccato". Lo ha mandato nella nostra carne mortale perché diventasse vittima di espiazione, morendo per noi sulla croce.
Contro questo piano di salvezza definitivo e universale, il Diavolo si è opposto con tutte le forze, come dimostra in particolare il Vangelo delle tentazioni di Gesù nel deserto, che viene proclamato ogni anno nella Prima Domenica di Quaresima. Infatti, entrare in questo Tempo liturgico significa ogni volta schierarsi con Cristo contro il peccato, affrontare – sia come singoli, sia come Chiesa – il combattimento spirituale contro lo spirito del male.
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Mar 20 2011, 04:24 PM
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GESU’ E’ LA PERFETTA RIVELAZIONE DEL PADRE
(S.Messa di domenica 20 marzo 2011 nella Parrocchia romana di San Corbiniano)
La Trasfigurazione è una rivelazione della persona di Gesù, della sua realtà profonda. Infatti, i testimoni oculari dell’evento, cioè i tre Apostoli, furono avvolti da una nube, anch’essa luminosa – che nella Bibbia annuncia sempre la presenza di Dio – e udirono una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». Con questo evento i discepoli vengono preparati al mistero pasquale di Gesù: a superare la terribile prova della passione e anche a comprendere bene il fatto luminoso della risurrezione.
Il racconto parla anche di Mosè ed Elia, che apparvero e conversavano con Gesù. Effettivamente questo episodio ha un rapporto con altre due rivelazioni divine. Mosè era salito sul monte Sinai, e lì aveva avuto la rivelazione di Dio. Aveva chiesto di vedere la sua gloria, ma Dio gli aveva risposto che non l’avrebbe visto in faccia, ma solo di spalle.
In modo analogo, anche Elia ebbe una rivelazione di Dio sul monte: una manifestazione più intima, non con una tempesta, con un terremoto, o con il fuoco, ma con una brezza leggera.
A differenza di questi due episodi, nella Trasfigurazione non è Gesù ad avere la rivelazione di Dio, bensì è proprio in Lui che Dio si rivela e che rivela il suo volto agli Apostoli. Quindi, chi vuole conoscere Dio, deve contemplare il volto di Gesù, il suo volto trasfigurato: Gesù è la perfetta rivelazione della santità e della misericordia del Padre.
Inoltre, ricordiamo che sul monte Sinai Mosè ebbe anche la rivelazione della volontà di Dio: i dieci Comandamenti. E, sempre sul monte, Elia ebbe da Dio la rivelazione divina di una missione da compiere. Gesù, invece, non riceve la rivelazione di ciò che dovrà compiere: già lo conosce; sono piuttosto gli Apostoli a sentire, nella nube, la voce di Dio che comanda: «Ascoltatelo».
La volontà di Dio si rivela pienamente nella persona di Gesù. Chi vuole vivere secondo la volontà di Dio, deve seguire Gesù, ascoltarlo, accoglierne le parole e, con l’aiuto dello Spirito Santo, approfondirle.
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Mar 27 2011, 02:46 PM
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GESU’ CI ASPETTA PER PARLARE AL NOSTRO CUORE
(Angelus del 27 marzo 2011)
L'onnipotenza dell'Amore rispetta sempre la libertà dell'uomo; bussa al suo cuore e attende con pazienza la sua risposta.
La sete di Cristo alberga nel cuore degli uomini. Dio Padre Lo ha mandato a saziare la nostra sete di vita eterna, donandoci il Suo amore; ma per farci sentire questo dono, Gesù chiede la nostra fede.
Ciascuno di noi, quindi, può immedesimarsi con la donna samaritana. Gesù infatti ci aspetta, specialmente in questo tempo di Quaresima, per parlare al nostro cuore.
Fermiamoci un momento in silenzio nella nostra stanza, o in una chiesa, o in un luogo appartato, per ascoltare la voce del Padre Celeste che ci chiama alla vera felicità.
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Apr 3 2011, 07:10 PM
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GESU', LUCE DEL MONDO
(Angelus del 3 aprile 2011)
È da evidenziare come una persona semplice e sincera, in modo graduale, compie un cammino di fede: in un primo momento incontra Gesù come un “uomo” tra gli altri, poi lo considera un “profeta”, infine i suoi occhi si aprono e lo proclama “Signore”.
In Lui, rinvigoriti dallo Spirito Santo, riceviamo la forza per vincere il male e operare il bene. Infatti la vita cristiana è una continua conformazione a Cristo, immagine dell’uomo nuovo, per giungere alla piena comunione con Dio.
Il Signore Gesù è “la luce del mondo”, perché in Lui risplende la conoscenza della gloria di Dio, che continua a rivelare nella complessa trama della storia quale sia il senso dell’esistenza umana.
Nel rito del Battesimo la consegna della candela, accesa al grande cero pasquale simbolo di Cristo Risorto, è un segno che aiuta a cogliere ciò che avviene nel Sacramento. Quando la nostra vita si lascia illuminare dal mistero di Cristo, sperimenta la gioia di essere liberata da tutto ciò che ne minaccia la piena realizzazione.
In questi giorni che ci preparano alla Pasqua ravviviamo in noi il dono ricevuto nel Battesimo, quella fiamma che a volte rischia di essere soffocata. Alimentiamola con la preghiera e la carità verso il prossimo.
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Apr 10 2011, 04:02 PM
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CRISTO ABBATTE IL MURO DELLA MORTE
(Angelus del 10 aprile 2011)
Cristo abbatte il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza di Dio, che è vita, vita eterna.
La morte rappresenta per noi come un muro che ci impedisce di vedere oltre; eppure il nostro cuore si protende al di là di questo muro, e anche se non possiamo conoscere quello che esso nasconde, tuttavia lo pensiamo, lo immaginiamo, esprimendo con simboli il nostro desiderio di eternità.
Anche tra i cristiani, la fede nella risurrezione e nella vita eterna si accompagna non raramente a tanti dubbi, a tanta confusione, perché si tratta pur sempre di una realtà che oltrepassa i limiti della nostra ragione, e richiede un atto di fede.
Nel Vangelo di oggi Gesù afferma: “Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà”. Ecco la vera novità che irrompe e supera ogni barriera! Cristo abbatte il muro della morte, in Lui abita tutta la pienezza di Dio, che è vita, vita eterna. Per questo la morte non ha avuto potere su di Lui; e la risurrezione di Lazzaro è segno del suo pieno dominio sulla morte fisica, che davanti a Dio è come un sonno.
Ma c’è un’altra morte che è costata a Cristo la più dura lotta, addirittura il prezzo della croce: è la morte spirituale, il peccato, che minaccia di rovinare l’esistenza di ogni uomo. Per vincere questa morte Cristo è morto, e la sua Risurrezione non è il ritorno alla vita precedente, ma l’apertura di una realtà nuova, una “nuova terra”, finalmente ricongiunta con il Cielo di Dio.
Per questo san Paolo scrive: “Se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi”.
Cari fratelli, rivolgiamoci alla Vergine Maria, che già partecipa di questa Risurrezione, perché ci aiuti a dire con fede: “Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio”, a scoprire veramente che Lui è la nostra salvezza.
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Apr 17 2011, 04:12 PM
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GESU' CRISTO CI CONDUCE IN ALTO
(S.Messa della Domenica delle Palme)
Da sempre gli uomini sono stati ricolmi – e oggi lo sono quanto mai – del desiderio di essere come Dio, di raggiungere essi stessi l’altezza di Dio. In tutte le invenzioni dello spirito umano si cerca, in ultima analisi, di ottenere delle ali, per potersi elevare all’altezza dell’Essere, per diventare indipendenti, totalmente liberi, come lo è Dio. Tante cose l’umanità ha potuto realizzare: siamo in grado di volare. Possiamo vederci, ascoltarci e parlarci da un capo all’altro del mondo. E tuttavia, la forza di gravità che ci tira in basso è potente. Insieme con le nostre capacità non è cresciuto soltanto il bene. Anche le possibilità del male sono aumentate e si pongono come tempeste minacciose sopra la storia. Anche i nostri limiti sono rimasti: basti pensare alle catastrofi che in questi mesi hanno afflitto e continuano ad affliggere l’umanità.
L’uomo sta nel punto d’intersezione tra due campi di gravitazione. C’è anzitutto la forza di gravità che tira in basso, verso l’egoismo, verso la menzogna e verso il male; la gravità che ci abbassa e ci allontana dall’altezza di Dio. Dall’altro lato c’è la forza di gravità dell’amore di Dio: l’essere amati da Dio e la risposta del nostro amore ci attirano verso l’alto.
Il cuore, quel centro dell’uomo in cui si uniscono l’intelletto, la volontà e il sentimento, il corpo e l’anima, ha bisogno di essere elevato. Eppure noi da soli siamo troppo deboli per sollevare il nostro cuore fino all’altezza di Dio. Non ne siamo in grado. Proprio la superbia di poterlo fare da soli ci tira verso il basso e ci allontana da Dio. Dio stesso deve tirarci in alto, ed è questo che Cristo ha iniziato sulla Croce. Egli è disceso fin nell’estrema bassezza dell’esistenza umana, per tirarci in alto verso di sé, verso il Dio vivente. Egli è diventato umile, ci dice la seconda lettura. Soltanto così la nostra superbia poteva essere superata: l’umiltà di Dio è la forma estrema del suo amore, e questo amore umile attrae verso l’alto.
Manifestiamo al Signore il nostro desiderio di diventare giusti e Lo preghiamo: Attiraci Tu verso l’alto! Rendici puri! Fa’ che valga per noi la parola che cantiamo col Salmo processionale; che possiamo appartenere alla generazione che cerca Dio, che cerca il tuo volto, Dio di Giacobbe. Amen.
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