IL BATTESIMO CI RENDE FIGLI DI DIO
(dall’Angelus di domenica 8 gennaio 2012)
Anzitutto partiamo dal nostro essere semplicemente figli: questa è la condizione fondamentale che ci accomuna tutti. Non tutti siamo genitori, ma tutti sicuramente siamo figli. Venire al mondo non è mai una scelta, non ci viene chiesto prima se vogliamo nascere.
Ma durante la vita, possiamo maturare un atteggiamento libero nei confronti della vita stessa: possiamo accoglierla come un dono e, in un certo senso, diventare ciò che già siamo: diventare figli. Questo passaggio segna una svolta di maturità nel nostro essere e nel rapporto con i nostri genitori, che si riempie di riconoscenza. E’ un passaggio che ci rende anche capaci di essere a nostra volta genitori, non biologicamente, ma moralmente.
Anche nei confronti di Dio siamo tutti figli. Dio è all’origine dell’esistenza di ogni creatura, ed è Padre in modo singolare di ogni essere umano: ha con lui o con lei una relazione unica, personale. Ognuno di noi è voluto, è amato da Dio. E anche in questa relazione con Dio noi possiamo, per così dire, “rinascere”, cioè diventare ciò che siamo.
Questo accade mediante la fede, mediante un “sì” profondo e personale a Dio come origine e fondamento della mia esistenza. Con questo “sì” io accolgo la vita come dono del Padre che è nei Cieli, un Genitore che non vedo ma in cui credo e che sento nel profondo del cuore essere il Padre mio e di tutti i miei fratelli in umanità, un Padre immensamente buono e fedele.
Su che cosa si basa questa fede in Dio Padre? Si basa su Gesù Cristo: la sua persona e la sua storia ci rivelano il Padre, ce lo fanno conoscere, per quanto è possibile in questo mondo.
Credere che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, consente di “rinascere dall’alto”, cioè da Dio, che è Amore. Dice San Giovanni a proposito di Gesù: “A quanti l’hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio”. Questo è il senso del sacramento del Battesimo: è una nuova nascita, che avviene grazie allo Spirito Santo nel grembo della Chiesa.
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