Personalmente lascio a Dio ogni potere sulla vita e sulla morte. Non compete all'uomo decidere se, quando e come far nascere o morire qualcuno. Tanto meno stabilire quali siano le condizioni di vita "ideali".
Ho avuto occasione di prestare opera di volontariato ospedaliero, per alcuni anni, accanto a malati terminali. Vi assicuro che fra tante persone che ho avvicinato, non mi è mai capitato nessuno che abbia manifestato il desiderio di morire. Ciò che un malato chiede è che gli venga alleviata la sofferenza, questo sì. Attaccamento alla vita e speranza di guarigione, anche contro ogni speranza umana, questa è l'eredità che ho raccolto.
Eluana è morta, purtroppo: giustizia è fatta, saranno contenti... Ma l'argomento non è affatto esaurito, anzi. Proprio in questi giorni in cui si sta discutendo sul disegno di legge in materia di testamento biologico (o fine vita, come qualcuno la definisce), noi cattolici siamo chiamati a pronunciarci in maniera decisa, inequivocabile, anche per dare un orientamento a chi è cattolico ma non ha le idee ben chiare.
Sintetizzo in questo modo: no all'accanimento terapeutico, sì ad ogni forma di terapia a favore della vita, comprendendo, ovviamente, idratazione e alimentazione.
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