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SI' al Crocifisso nelle scuole - Forum Mercede.it
Ultimo Urlo - Inviato da: efisio - Domenica, 03 Giugno 2018 00:10
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> SI' al Crocifisso nelle scuole
Vanda
messaggio Nov 5 2009, 09:04 PM
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Siamo tutti a conoscenza della recente sentenza con la quale la Corte Europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo ha disposto la rimozione del Crocifisso dalle aule delle scuole italiane.

La vicenda ha suscitato indignazione in vari ambiti: la Chiesa ha espresso "amarezza e perplessità", il Governo italiano ha presentato ricorso, i Presidi si rifiutano di togliere il Crocifisso in base al Concordato. Nell'Europa cristiana si è scatenata una forte indignazione; in Italia, attraverso la rete e i mezzi di comunicazione di massa, si sta assistendo ad una vera e propria rivolta popolare in difesa del Crocifisso.

E noi che facciamo? Vogliamo dire la nostra... o rimaniamo indifferenti?

IO MI UNISCO AL POPOLO DEGLI INDIGNATI! Spero di non aver parlato nel deserto...
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Vanda
messaggio Nov 10 2009, 07:45 PM
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Ancora sulla sentenza di Strasburgo...

Articolo di mons. Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto, apparso su "Il Sole 24 Ore" il 5 novembre 2009.

Alcide De Gasperi, uomo di altissimo profilo morale e cristiano dalla profonda tensione spirituale, è stato anche un campione di rispetto per l’altro e di laicità civile, intesa come legittima autonomia dell’agire socio-politico da ogni indebita interferenza o manipolazione del sacro. Forse perciò mi colpì il racconto che sua figlia Maria Romana ebbe a farmi delle ultime ore del Padre: fissando il Crocifisso dal letto di morte, quell’uomo, umile e grande, circondato dai suoi affetti più cari, ripeteva continuamente una sola parola: “Gesù”. Mi chiedo che cosa “vedesse” De Gasperi morente in quel Condannato appeso alla Croce. Non faccio fatica a rispondere che vi leggeva concretizzato il messaggio evangelico nella sua forma pura: il perdono offerto a chi ci avesse ingiustamente colpito: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Luca 23,34); l’amore più grande, quello che spinge all’esodo da sé senza ritorno per il bene degli altri: “Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Giovanni 13,1); l’accoglienza spalancata al bisogno altrui: “Oggi sarai con me nel paradiso” (Luca 23,43).

De Gasperi era troppo fine culturalmente e politicamente, troppo dotato di conoscenza della storia e degli uomini, per non ricordare le violenze commesse da alcuni imbrandendo contro altri la croce. Ma sapeva anche che gli errori e gli abusi commessi da questi, nulla potevano togliere alla forza di amore che si sprigiona da Gesù crocifisso: perciò, si rivolgeva a Lui, riassumendo nell’invocazione di quel nome benedetto, nello sguardo all’Abbandonato disteso sulla Croce, l’anelito più profondo del cuore, la sete di giustizia e di pace che aveva ispirato la sua vita, l’affidamento alla misericordia più grande sul “vallo estremo” della morte. Alcide De Gasperi è stato anche uno dei padri nobili dell’Europa unita: non solo il suo amore al Crocifisso non gli era stato di ostacolo in questo impegno, ma anzi lo straordinario apporto della tradizione ebraico-cristiana alla costruzione dell’identità europea era stato certamente per lui una sorgente ispirativa, uno stimolo all’impegno per la casa comune, ospitale per tutti. Anche per questo la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo a Strasburgo, che vede l’esposizione dei crocifissi nelle aule scolastiche italiane come un “ostacolo alla libertà religiosa” e la proibisce, suscita stupore e perplessità.

Chi può sentirsi offeso dal Crocifisso? Non certo il cristiano che vi riconosce lo straordinario messaggio d’amore al quale si affida, pur con tutte le fatiche e le ambiguità della sua fede in cammino. Non il non credente pensoso, che sa come quel simbolo abbia un valore universale e spalanchi le braccia su tutti, per tutti, perché nessuno si senta escluso dal diritto alla vita e al rispetto della sua dignità. Non il credente di un’altra religione, che si sente piuttosto minacciato da questo ostracismo dei simboli della fede, che come oggi colpisce i cristiani, potrà domani colpire persone di un altro credo. La rimozione imposta del Crocifisso dalle aule ferisce invece tutti nelle radici più profonde della convivenza civile, perché attenta al rispetto della coscienza di tanti e alla libertà religiosa, intesa positivamente come diritto ad esprimere la propria fede con l’universo simbolico che le appartiene. La dignità della persona umana è stata definita come valore infinito proprio nel dibattito cristologico dei primi secoli dell’era cristiana; il principio solidarietà, che ne deriva, ha fatto la storia anche recente della liberazione degli oppressi e della cura per essi nel continente europeo; il valore della gratuità, come forza edificatrice della società a tutti i suoi livelli, ha trovato nel messaggio evangelico fonte e nutrimento. Non sarà certo un colpo di spugna a cancellare tutto questo: eppure, non è possibile non sentire in questa sentenza pronunciata in nome dei diritti dell’uomo una ferita inferta, una mancanza di sensibilità umana, culturale e spirituale.

L’universo dei simboli non si cancella impunemente, soprattutto quando essi rimandano alle sorgenti più profonde dell’identità dei singoli e dei popoli: chi pensasse di farlo in nome della “laicità”, dimostrerebbe invece soltanto un laicismo pregiudiziale, ideologico. Perché “laicità” significa etimologicamente ciò che fa riferimento al popolo (“laòs”), e - correttamente inteso - l’ispirarsi a questa idea vuol dire tutelare, servire e promuovere il bene comune, senza cedere a interessi di parte. In questo senso ha saputo essere laico e cristiano De Gasperi, e come lui altri grandi fondatori dell’Europa unita, da Adenauer a Schuman. Un’altra idea di laicità, pensata contro qualcuno o a servizio di una minoranza ideologica, non ci renderà migliori, rischierà anzi di ferire al cuore il processo difficile e lento della costruzione della casa comune europea. La non condivisione trasversale espressa da parte della classe politica del nostro Paese alla sentenza - fatte salve pochissime eccezioni, non esenti da pregiudizi ideologici - è un segno importante: almeno questa volta, la voce di chi è delegato dal voto a rappresentare la coscienza comune ha dato un segnale credibile e significativo per tutti.

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Vanda
messaggio Nov 10 2009, 11:00 PM
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In difesa del crocifisso, l’Italia s’è desta!

Articolo di Antonio Gaspari pubblicato su ZENIT il 10 novembre 2009


Gli organi di informazione più potenti non ne danno notizia, ma in Italia si sta assistendo ad una mobilitazione popolare in difesa del crocifisso che non ha precedenti nella storia moderna.

Dopo la sentenza della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che chiede la rimozione dei crocifissi da tutte le aule scolastiche, gli italiani si sono mobilitati in difesa di quello che è riconosciuto come un simbolo di identità nazionale.

In seguito alla decisione della Corte la quasi totalità dei consigli comunali in Italia ha discusso della presenza dei crocifissi nella aule scolastiche e nei luoghi pubblici.

Nella stragrande maggioranza hanno votato ordini del giorno o delibere per portare il crocifisso in ogni aula, soprattutto nei luoghi da cui, per motivi diversi, era stato spostato.

Solo in pochi casi le amministrazioni hanno deciso di non fare nulla.

Alcuni sindaci hanno risposto con gesti clamorosi. A Montecchio Maggiore un comune in provincia di Vicenza, il sindaco Milena Cecchetto insieme alla giunta si è autotassata ed ha acquistato e installato un crocefisso alto due metri all’entrata del municipio.

Il sindaco Cecchetto ha spiegato che si tratta di “un gesto necessario per difendere ciò che per noi e per il nostro paese è simbolo di una tradizione, alla base dei nostri valori: chi vuole eliminarlo non lo fa per dare spazio alla laicità, ma solo per aprire la strada ad altre forme di espressione religiosa”.

Come ha riportato anche “Avvenire”, Massimo Bitonci, sindaco di Cittadella, in provincia di Padova, ha fatto collocare nell’atrio del Municipio un antico crocifisso ligneo.

A Firenze, un consigliere comunale, Marco Cordone, si è presentato in aula con una vistoso crocifisso appeso al collo, ed una camicia bianca in cui era scritto “il crocifisso non si tocca”.

Massimo Poliedri, consigliere comunale di Piacenza, è intervenuto in aula indossando una maglietta con stampato un crocifisso ed una scritta “Cosa ho fatto di male?”.

Anche il consiglio comunale di Taranto ha approvato un ordine del giorno in risposta alla sentenza della Corte di Strasburgo.

Giunta comunale e sindaco sostengono che “il crocifisso è simbolo di pace e di amore tra gli uomini” e che “ far prevalere un’Europa contro le tradizioni e le identità dei singoli paesi che la costituiscono significa venir meno al compito dell’unione, per la quale i padri fondatori l’hanno pensata e che oggi si identifica in Unione Europea”.

Anche a Leonessa, in provincia di Rieti, il sindaco Paolo Trancassini ha firmato un'ordinanza comunale per imporre il crocifisso nelle aule scolastiche.

Fabio Callori, sindaco di Caorso in provincia di Piacenza, ha firmato un'ordinanza in cui si dispone che tutti i “crocifissi posti nelle aule di tutte le scuole del territorio non vengano rimossi, a salvaguardia dei valori che appartengono al nostro Paese”.

Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano e governatore del Trentino Alto Adige, Luis Durnwalder, ha ribadito che “il crocifisso avrà sempre un posto nelle nostre scuole” ed ha aggiunto: “La croce non offende nessuno e perciò non accetteremo nessuna indicazione da Bruxelles”.

Continua anche la mobilitazione spontanea degli studenti per portare il crocifisso nelle aule dove non c’era.

Ad Agrigento alcune studentesse del liceo classico “Empedocle” il 7 novembre, al termine delle lezioni scolastiche, si sono recate in un negozio per acquistare un crocifisso e, dopo averlo fatto benedire da un sacerdote, sono ritornate in classe ad appenderlo.

Le studentesse, anche le non credenti, hanno voluto così esprimere una protesta, hanno voluto far sentire la propria opinione contraria non solo alla Corte di Strasburgo, ma anche a tutti coloro che vedono nel crocifisso solo un simbolo religioso e non il simbolo di una cultura ormai radicata in tutti gli Italiani.

Sempre in Sicilia i giovani dell’UDC hanno organizzato per il 14 novembre, a Palermo, una manifestazione in piazza dal titolo “Io credo!”.

Nel volantino in cui viene presentata la manifestazione è scritto: “Vogliamo salvaguardare la nostra identità cristiana, la nostra storia, le nostre radici. Vogliamo che i nostri figli possano conoscere la loro cultura e possano vivere il proprio 'Credo' nella libertà costituzionalmente garantita. Siamo dell’avviso che tutte le religioni debbano avere la possibilità di essere professate e un provvedimento del genere non difende i diritti di nessuno ma bensì nega quelli di tutti”.

In Toscana l’associazione di studenti “Lotta studentesca” ha costruito cento crocifissi con il compensato e li ha apposti nelle aule di tutti gli istituti superiori di Massa. Con questa iniziativa hanno voluto ribadire il loro "no" alla sentenza del Tribunale europeo e riaffermare le radici cristiane dell'Italia e del continente europeo.

Nel volantino in cui hanno annunciato la loro iniziativa i giovani di Lotta studentesca hanno scritto: "Giù le mani dal crocifisso: riportiamolo nelle aule, difendiamo le nostre radici".

Iniziative a favore del crocifisso sono venute anche da parte di alcuni imprenditori.

A Gavirate, in provincia di Varese, l’imprenditore Giorgio Feraboli ha organizzato un'assemblea con tutti i dipendenti, poi ha investito 1200 euro per costruire e installare nel cortile della propria impresa un crocifisso alto sei metri e largo tre.

Feraboli ha dotato il crocifisso anche di un impianto di illuminazione per renderlo visibile anche quando fa buio.

Incessante anche la mobilitazione di parroci e Vescovi. Secondo quanto riportato da “Avvenire” il Cardinale Carlo Caffarra ha definito la sentenza della Corte di Strasburgo una “decisione improvvida che mortifica la nostra storia civile”.

Togliere il crocifisso, ha precisato l’Arcivescovo di Bologna, significa togliere “la possibilità all’uomo di stupirsi di fronte alla sua dignità e a quel punto saprete che i barbari sono tornati”.

Il parroco del santuario di Montenero in provincia di Livorno, don Luca Giustarini ha distribuito ai bambini che erano a messa domenica tanti piccoli crocifissi, invitandoli a portarli a scuola, “mostrandoli con orgoglio”.

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Vanda
messaggio Nov 10 2009, 11:03 PM
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In difesa del crocifisso, l’Italia s’è desta!

Articolo di Antonio Gaspari pubblicato su ZENIT il 10 novembre 2009


Gli organi di informazione più potenti non ne danno notizia, ma in Italia si sta assistendo ad una mobilitazione popolare in difesa del crocifisso che non ha precedenti nella storia moderna.

Dopo la sentenza della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo, che chiede la rimozione dei crocifissi da tutte le aule scolastiche, gli italiani si sono mobilitati in difesa di quello che è riconosciuto come un simbolo di identità nazionale.

In seguito alla decisione della Corte la quasi totalità dei consigli comunali in Italia ha discusso della presenza dei crocifissi nella aule scolastiche e nei luoghi pubblici.

Nella stragrande maggioranza hanno votato ordini del giorno o delibere per portare il crocifisso in ogni aula, soprattutto nei luoghi da cui, per motivi diversi, era stato spostato.

Solo in pochi casi le amministrazioni hanno deciso di non fare nulla.

Alcuni sindaci hanno risposto con gesti clamorosi. A Montecchio Maggiore un comune in provincia di Vicenza, il sindaco Milena Cecchetto insieme alla giunta si è autotassata ed ha acquistato e installato un crocefisso alto due metri all’entrata del municipio.

Il sindaco Cecchetto ha spiegato che si tratta di “un gesto necessario per difendere ciò che per noi e per il nostro paese è simbolo di una tradizione, alla base dei nostri valori: chi vuole eliminarlo non lo fa per dare spazio alla laicità, ma solo per aprire la strada ad altre forme di espressione religiosa”.

Come ha riportato anche “Avvenire”, Massimo Bitonci, sindaco di Cittadella, in provincia di Padova, ha fatto collocare nell’atrio del Municipio un antico crocifisso ligneo.

A Firenze, un consigliere comunale, Marco Cordone, si è presentato in aula con una vistoso crocifisso appeso al collo, ed una camicia bianca in cui era scritto “il crocifisso non si tocca”.

Massimo Poliedri, consigliere comunale di Piacenza, è intervenuto in aula indossando una maglietta con stampato un crocifisso ed una scritta “Cosa ho fatto di male?”.

Anche il consiglio comunale di Taranto ha approvato un ordine del giorno in risposta alla sentenza della Corte di Strasburgo.

Giunta comunale e sindaco sostengono che “il crocifisso è simbolo di pace e di amore tra gli uomini” e che “ far prevalere un’Europa contro le tradizioni e le identità dei singoli paesi che la costituiscono significa venir meno al compito dell’unione, per la quale i padri fondatori l’hanno pensata e che oggi si identifica in Unione Europea”.

Anche a Leonessa, in provincia di Rieti, il sindaco Paolo Trancassini ha firmato un'ordinanza comunale per imporre il crocifisso nelle aule scolastiche.

Fabio Callori, sindaco di Caorso in provincia di Piacenza, ha firmato un'ordinanza in cui si dispone che tutti i “crocifissi posti nelle aule di tutte le scuole del territorio non vengano rimossi, a salvaguardia dei valori che appartengono al nostro Paese”.

Il presidente della Provincia autonoma di Bolzano e governatore del Trentino Alto Adige, Luis Durnwalder, ha ribadito che “il crocifisso avrà sempre un posto nelle nostre scuole” ed ha aggiunto: “La croce non offende nessuno e perciò non accetteremo nessuna indicazione da Bruxelles”.

Continua anche la mobilitazione spontanea degli studenti per portare il crocifisso nelle aule dove non c’era.

Ad Agrigento alcune studentesse del liceo classico “Empedocle” il 7 novembre, al termine delle lezioni scolastiche, si sono recate in un negozio per acquistare un crocifisso e, dopo averlo fatto benedire da un sacerdote, sono ritornate in classe ad appenderlo.

Le studentesse, anche le non credenti, hanno voluto così esprimere una protesta, hanno voluto far sentire la propria opinione contraria non solo alla Corte di Strasburgo, ma anche a tutti coloro che vedono nel crocifisso solo un simbolo religioso e non il simbolo di una cultura ormai radicata in tutti gli Italiani.

Sempre in Sicilia i giovani dell’UDC hanno organizzato per il 14 novembre, a Palermo, una manifestazione in piazza dal titolo “Io credo!”.

Nel volantino in cui viene presentata la manifestazione è scritto: “Vogliamo salvaguardare la nostra identità cristiana, la nostra storia, le nostre radici. Vogliamo che i nostri figli possano conoscere la loro cultura e possano vivere il proprio 'Credo' nella libertà costituzionalmente garantita. Siamo dell’avviso che tutte le religioni debbano avere la possibilità di essere professate e un provvedimento del genere non difende i diritti di nessuno ma bensì nega quelli di tutti”.

In Toscana l’associazione di studenti “Lotta studentesca” ha costruito cento crocifissi con il compensato e li ha apposti nelle aule di tutti gli istituti superiori di Massa. Con questa iniziativa hanno voluto ribadire il loro "no" alla sentenza del Tribunale europeo e riaffermare le radici cristiane dell'Italia e del continente europeo.

Nel volantino in cui hanno annunciato la loro iniziativa i giovani di Lotta studentesca hanno scritto: "Giù le mani dal crocifisso: riportiamolo nelle aule, difendiamo le nostre radici".

Iniziative a favore del crocifisso sono venute anche da parte di alcuni imprenditori.

A Gavirate, in provincia di Varese, l’imprenditore Giorgio Feraboli ha organizzato un'assemblea con tutti i dipendenti, poi ha investito 1200 euro per costruire e installare nel cortile della propria impresa un crocifisso alto sei metri e largo tre.

Feraboli ha dotato il crocifisso anche di un impianto di illuminazione per renderlo visibile anche quando fa buio.

Incessante anche la mobilitazione di parroci e Vescovi. Secondo quanto riportato da “Avvenire” il Cardinale Carlo Caffarra ha definito la sentenza della Corte di Strasburgo una “decisione improvvida che mortifica la nostra storia civile”.

Togliere il crocifisso, ha precisato l’Arcivescovo di Bologna, significa togliere “la possibilità all’uomo di stupirsi di fronte alla sua dignità e a quel punto saprete che i barbari sono tornati”.

Il parroco del santuario di Montenero in provincia di Livorno, don Luca Giustarini ha distribuito ai bambini che erano a messa domenica tanti piccoli crocifissi, invitandoli a portarli a scuola, “mostrandoli con orgoglio”.

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Vanda
messaggio Nov 13 2009, 08:00 PM
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A Strasburgo, cinque eurodeputati italiani hanno firmato una dichiarazione in favore del crocifisso che respinge la sentenza della Corte dei Diritti dell’Uomo.

Nella dichiarazione si chiede “di riconoscere il pieno diritto di tutti gli stati membri di esporre anche simboli religiosi all’interno dei singoli luoghi pubblici e delle sedi istituzionali, laddove tali simboli siano rappresentativi della tradizione e della identità di tutto il Paese, e dunque elementi unificanti dell’intera comunità nazionale, rispettosi dell’orientamento religioso di ciascun cittadino”.

All’iniziativa degli eurodeputati ha dato sostegno anche il Ministro dell’Istruzione italiano, Maria Stella Gelmini, la quale ha spiegato che la croce rafforza e non indebolisce l’Europa.

La Gelmini ha difeso il diritto dell’Italia a fare ricorso perchè in Europa ci sono sette o otto Paesi che hanno nella loro bandiera la Croce, per questo “riteniamo del tutto insensato” il parere della Corte di Strasburgo che “offende i popoli e le nostre tradizioni”.

Nel frattempo in Italia continuano le manifestazioni popolari in difesa della Croce.

Tra i tanti che stanno raccogliendo firme in sostegno del crocifisso anche la rivista online “Riscossa cristiana”.

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Vanda
messaggio Nov 15 2009, 09:24 PM
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PETIZIONE CONTRO LA SENTENZA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO DI STRASBURGO

a S.E. Il Presidente del Consiglio dei Ministri, on. Silvio Berlusconi
a S.E. Il Ministro per gli Affari Esteri, on. Franco Frattini

e, p.c.
Alla Corte Europea dei diritti dell’uomo

4 novembre 2009

In data 3.11.2009 la Corte Europea ha emesso una sentenza con la quale stabilisce che l’esposizione del Crocefisso nelle aule scolastiche costituisce violazione della libertà religiosa degli studenti e della libertà educativa dei genitori.
La Redazione di LA RISCOSSA CRISTIANA, www.lariscossacristiana.com, sito culturale e di attualità, esprime la propria profonda e totale disapprovazione per questa sentenza, che lede la libertà religiosa, vietando l’esposizione di un simbolo che fa parte da due millenni della tradizione popolare, religiosa e storica, italiana ed europea.
Sottolinea che i giudici di Strasburgo hanno deliberato su una materia nelle quale sono incompetenti, perché attinente ai diritti fondamentali dell’uomo, tra i quali uno dei primi, universalmente riconosciuto, è proprio il diritto di professare la propria religione.
Evidenzia altresì come i simboli del cristianesimo, e il Crocefisso in particolare, lungi da costringere alcuno ad aderire alla Fede cristiana, facciano parte della tradizione non solo religiosa ma anche culturale italiana.
Confida che le nostre autorità politiche si adoperino con ogni mezzo per evitare che questa gravissima lesione della libertà trovi applicazione in Italia, e si impegna a svolgere ogni possibile attività di propaganda tra i propri lettori e corrispondenti, al fine di difendere il diritto inalienabile di esprimere il proprio credo religioso e di difendere le proprie tradizioni.
Si impegna fin d’ora a farsi promotrice di qualsiasi altra azione utile ad evitare che si consumi questo abuso, questa violazione alla sovranità italiana, questa grave offesa ai più profondi sentimenti del popolo italiano.

Con osservanza


Paolo Deotto paolo.deotto@libero.it
Alberto Rosselli ross.alberto@alice.it
Piero Vassallo pier.angelo.vassallo@alice.it



Se vorrete aderire all'iniziativa, Vi prego di operare come segue:

- inviare una mail, di pari oggetto, con allegata la petizione, agli indirizzi dei destinatari:

redazione.web@governo.it (per la Presidenza del Consiglio)

segr-co@cert.esteri.it (per il Ministero degli Esteri)

Webmaster@echr.coe.int (per la Corte di Strasburgo)


inserire il testo: aderisco alla petizione di La Riscossa Cristiana


segue la Vostra firma

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Vanda
messaggio Nov 27 2009, 10:23 PM
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L’AMORE AL CROCIFISSO

· Segno di fede e di fratellanza universale
· Simbolo dell’arte e della cultura italiana ed europea

Domenica 29 novembre 2009 "Marcia per amore del Crocifisso"

partirà alle ore 10 da Piazza della Chiesa Nuova a Roma per giungere alle ore 11,30 a Piazza S. Pietro per l’Angelus del Santo Padre.
___________
Promossa da: Associazione “Famiglia Piccola Chiesa” – Movimento dell’Amore Familiare (www.amorefamiliare.it)
con la partecipazione libera di altre Associazioni, Movimenti e Comunità

*************************

Inoltre, sempre in riferimento alle manifestazioni a favore del crocifisso, il presidente dell’ANP (Associazione Nazionale Presidi), ha precisato che la sentenza della Corte di Strasburgo non può avere seguito in Italia perchè “le singole scuole si devono attenere alla norma del Concordato tra Stato e Chiesa” che prevede i crocifissi nelle aule, “norma concordataria oltretutto ripresa dalla Costituzione”.

Pertanto, questo “è un problema che va al di là delle questioni che attengono alle determinazioni delle singole scuole”.

Per cambiare la situazione dovrebbe intervenire “un nuovo concordato o una nuova ‘intesa’ tra Stato e Chiesa cattolica”.

“In ogni caso –ha sottolineato il Presidente dell'Anp– la Corte europea avrebbe dovuto tener conto delle norme costituzionali dell’Italia”.

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Vanda
messaggio Jan 26 2010, 03:27 PM
Messaggio #8


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Rimosso il giudice che non voleva il Crocifisso!!!

Il magistrato di Camerino (Macerata) Luigi Tosti, divenuto famoso perché si rifiutava di tenere udienze nelle aule nelle quali è esposto il Crocifisso, é stato rimosso dall'ordine giudiziario. La decisione è stata presa dalla sezione disciplinare del CSM il giorno 22 gennaio 2010.
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Vanda
messaggio Mar 2 2010, 10:22 PM
Messaggio #9


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ACCOLTO IL RICORSO DELL'ITALIA

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha accolto il ricorso presentato dall'Italia contro la sentenza che, il 3 novembre 2009, aveva sostanzialmente bocciato la presenza del crocifisso nelle aule delle scuole pubbliche.

Il Governo italiano aveva presentato il 29 gennaio un ricorso ribadendo che “il crocifisso è uno dei simboli della nostra storia e della nostra identità” e che “la cristianità rappresenta le radici della nostra cultura, quello che oggi siamo”.

Il Presidente della CEI, Card. Angelo Bagnasco, ha così commentato: “Un atto di buon senso da tutti auspicato perché rispetta quello che è la tradizione viva del nostro Paese e riconosce un dato storico oggettivo, secondo cui alla radice della cultura e della storia europea c'è il Vangelo, che è riassunto in Gesù Crocifisso".

“La presenza del crocefisso - ha aggiunto - è importante, l'importanza dei segni fa parte dell'antropologia, perché l'uomo è anima e corpo non puro spirito o un'idea astratta: attraverso la corporeità tutti noi esprimiamo i nostri sentimenti e i nostri valori, che sono nel cuore e resterebbero invisibili se non fossero espressi attraverso segni visibili”.

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